Permission marketing
Permission marketing (ingl.) modalità di comunicazione tra una marca e il suo target o un’azienda (inserzionista) e i suoi clienti (utenti) mediante e-mail (e-mail marketing) o sms (mobile marketing), una volta che il consumatore o cliente abbia dato espressamente la sua autorizzazione per ricevere tale comunicazione. Il nuovo concetto di pubblicità non intrusiva che è alla base del permission marketing sta rivoluzionando il mondo della comunicazione diretta: sono gli utenti a decidere quando e quale pubblicità ricevere, in genere messaggi relativi agli argomenti e ai settori commerciali da loro prescelti. Si tratta quindi di una forma di pubblicità autorizzata e richiesta dallo stesso destinatario del messaggio commerciale. Secondo la tesi di Seth Godin, propugnatore del permission marketing, nelle società a capitalismo avanzato, dove ogni bene è, almeno apparentemente, disponibile, ciò che scarseggia è l’attenzione dei consumatori alla comunicazione delle aziende, basata su una modalità di interazione invasiva, da lui definita ➔ interruption marketing. Il permission marketing appare invece in grado di sviluppare un rapporto continuativo e approfondito con i clienti anche grazie a Internet, ritenuto dall’autore la killer application per stabilire e gestire economicamente delle relazioni. Il perrnission marketing, infatti, non si basa sulla comunicazione martellante a gruppi di sconosciuti, tipico dell’interruption marketing, ma sull’avvicinamento graduale tra impresa e consumatore, tramite delle sessioni, definite da Godin “dates” (appuntamenti), in cui di volta in volta l’azienda riceve dal potenziale cliente il permesso di comunicare. In cambio di questo permesso l’azienda eroga al prospect (cliente), gratuitamente, come ringraziamento per la sua attenzione, un servizio a lui utile, tipicamente sotto forma di informazioni. Il meccanismo attraverso il quale l’azienda online ottiene il permesso di comunicare le sue iniziative commerciali è detto -> option, ed è di fatto un libero accordo tra le parti; in cambio l’azienda riceverà dal prospect i suoi dati personali, probabilmente sempre più completi mano a mano che il rapporto procederà, cementando così la relazione di confidenza e di fiducia che è l’autentico capitale che il permission marketing intende creare e gestire. Un effetto molto interessante di questo nuovo quadro è la valenza simbiotica e, in certi aspetti, persino di co-design, del rapporto azienda/cliente, resa possibile dal venir meno della necessità di difendersi da una pioggia di messaggi indifferenziati e indesiderati. I risultati sembrano non mancare: solo per fare un esempio, la media delle risposte ad una campagna di direct e-mail, invio di posta elettronica che contiene proposte commerciali, ha una percentuale di successo (-> redemption) normalmente intorno al 3-4%, contro il 35% di una campagna gestita secondo la logica -> opt-in.