Pubblicità televisiva
Pubblicità televisiva pubblicità veicolata attraverso il mezzo televisivo, trasmessa a pagamento o dietro altro compenso, ovvero ai fini di autopromozione.
La televisione offre ai propri inserzionisti una serie di vantaggi, primo fra tutti la possibilità di sfruttare il forte coinvolgimento emotivo suscitato nel pubblico.
In un’ottica di pianificazione media, il mezzo televisivo:
– offre il più basso —> costo contatto rispetto agli altri mezzi classici;
– risulta adatto per alte coperture, piuttosto che per elevate frequenze;
– permette più ripetizioni nel corso della stessa giornata;
– consente molteplici e articolate analisi (market test ecc.);
– risulta veloce e completo nella veicolazione del messaggio, ma poco versatile territorialmente.
La televisione presenta, tuttavia, anche degli aspetti negativi:
– comporta una forte dispersione su target mirati;
– prevede una soglia di investimento pubblicitario più elevata rispetto agli altri mezzi classici; infatti, a causa dell’elevato affollamento, l’investimento necessario per superare la soglia minima di visibilità risulta molto alto;
– risulta pianificabile, se di tipo nazionale, solo per l’intero territorio italiano e quindi non adatta per operazioni di marketing areale o per aziende che operano in ambito locale;
– comporta, accanto alla maggiore creatività di realizzazione del messaggio pubblicitario, più alti costi di produzione dello stesso, che costituiscono di fatto una barriera all’entrata per molte aziende;
– risulta adatta per messaggi ad alto impatto emotivo, ma non per veicolare informazioni sul prodotto o argomentazioni che possano spingere all’acquisto o alla fruizione di un dato bene o servizio.
La pubblicità televisiva viene catalogata in varie tipologie:
• pubblicità a pagamento o tabellare, definita anche —> spot, che rappresenta la pubblicità classica trasmessa, raggruppata in break; rientra nei limiti di affollamento orario e giornaliero;
• autopubblicità, analoga alla pubblicità a pagamento, con la differenza che l’inserzionista è dello stesso gruppo editoriale della rete televisiva su cui è trasmesso lo spot. Rientra nei limiti di affollamento orario e giornaliero/settimanale;
• campagna sociale, che costituisce una forma di pubblicità a pagamento in cui il messaggio è destinato a sensibilizzare l’opinione pubblica relativamente ad argomenti di interesse sociale. Non rientra nei limiti di affollamento;
• —> promo, filmati promozionali di programmi televisivi che saranno trasmessi in futuro sulla stessa rete o su un’altra rete dello stesso gruppo. Solo se sponsorizzati rientrano nei limiti di affollamento;
• esposizione, inquadratura di un piccolo marchio in sovrimpressione alla trasmissione per almeno 5 secondi. Viene utilizzato soprattutto nelle trasmissioni sportive e rientra nei limiti di affollamento;
• diario, comunicato commerciale di piccolo formato, 5-7 secondi, incorniciato dal logo della rete che lo trasmette e posizionato all’inizio del break, generalmente prima dell’eventuale promo. Viene trasmesso dalle sole reti commerciali e fa parte dei limiti di affollamento;
• 7X7, identici nella forma ai diari, vengono posizionati alla fine del break, generalmente dopo l’eventuale promo. Vengono trasmessi dalle sole reti commerciali e fanno parte dei limiti di affollamento;
• promo spot, evento riquadrato nel cui interno scorrono filmati sia della parte pubblicitaria sia dell’evento promosso;
• manchette, simile al diario, non prevede sempre l’uso del promo.
Talvolta vengono fatti rientrare nella pubblicità televisiva anche i —> billboard, le —> telepromozioni e le —> televendite.
La pubblicità televisiva risulta regolamentata dalla direttiva 97/36/Ce del Parlamento europeo e dalla legge italiana 122/98, che regolamenta, tra le altre cose, le interruzioni pubblicitarie all’interno della programmazione televisiva.
È previsto che la pubblicità all’interno dei programmi sia distanziata fra un blocco e l’altro di almeno 20 minuti e che gli spot isolati, come i minispot, costituiscano un’eccezione. All’interno dei lungometraggi cinematografici e dei film per la tv possono essere inseriti solo due break, quando la durata del programma è inferiore ai 110 minuti, mentre ne possono essere inseriti tre, quando la durata supera i 110 minuti.
All’interno delle telecronache sportive in diretta possono essere inseriti blocchi pubblicitari solo nelle pause naturali della trasmissione, mentre nei cartoni animati, nei notiziari e nei programmi di servizio la pubblicità può essere inserita solo se la durata del programma è superiore ai 30 minuti.
Esiste poi una normativa che regolamenta l’affollamento pubblicitario, la legge Mammi, che concede alle reti Rai un affollamento orario del 12% più un 2% da recuperarsi nell’ora adiacente e un massimo del 4% settimanale, calcolato sulla media delle tre reti.
Alle reti commerciali nazionali viene concesso un limite orario del 18% più un 2% ed un limite giornaliero del 15% su ogni emittente.
Alle reti commerciali locali viene lasciato lo stesso limite orario previsto per le emittenti commerciali nazionali, ma viene elevato il limite giornaliero al 20%.