Ciclo di vita del prodotto internazionale

Ciclo di vita del prodotto internazionale

Ciclo di vita del prodotto internazionale teoria utilizzata per spiegare il processo di diffusione di un -> innovazione di prodot­to oltre i confini nazionali, dai Paesi avanzati sino ai Paesi in via di sviluppo, articolata in quattro fasi.

• Introduzione dell’innovazione:
1) a livello nazionale: in questa fase l’impresa innovatrice in­troduce il nuovo prodotto nel mercato nazionale, normal­mente in un Paese sviluppato, dove i consumatori sono più ricettivi nei confronti dei nuovi prodotti, in quanto al­la ricerca di standard di vita sempre più elevati, e le impre­se dispongono di risorse maggiori da investire. I concorrenti produttori di beni sostituti sono ancora in numero limitato, specialmente se sono stati utilizzati brevetti per proteggere l’innovazione; i grandi investimenti iniziali in ricerca e sviluppo vengono compensati dalla possibilità di applicare prezzi sufficientemente alti, così da garantire un rientro più rapido dei fondi;

2) all’estero: l’impresa entra nella fase esplorativa, prendendo in considerazione l’ingresso con il nuovo prodotto in altri Paesi sviluppati. È logico che la scelta di localizzazione rica­da inizialmente su quelle nazioni più avanzate, dove le ti­pologie di bisogni e le possibilità economiche sono simili a quelle del Paese d’origine. L’innovatore, in questa situazio­ne, è in grado di ridurre notevolmente i costi di produzio­ne, grazie alle economie di scala dovute alla grande quan­tità di merci esportate. Benché nella prassi l’azienda inno­vatrice tenda a non far corrispondere a questa maggior eco­nomicità un decremento dei prezzi applicati, sarebbe inve­ce opportuno che le tariffe fossero leggermente diminuite, evitando così che si scateni una guerra di prezzo con i po­tenziali entranti sul mercato straniero.

• Maturità: in questa fase le vendite nazionali e internazionali raggiungono un certo grado di stabilità, dovuta anche alla na­scita di industrie locali nei Paesi stranieri, che sfruttano l’in­novazione introdotta nella fase precedente; per mantenere intatta la propria quota di mercato, l’impresa deve puntare su una lieve riduzione dei prezzi e perseguire politiche di inno­vazione incrementale sul prodotto, atte a consolidare un’im­magine di qualità sul mercato. Inoltre, a compensare la ridu­zione di importazioni da parte dei Paesi sviluppati, interviene parzialmente la domanda originata dai Paesi in via di svilup­po, nuovo canale di sbocco per l’innovatore.
• Imitazione su scala mondiale: lo sviluppo di aziende nazionali nei primi Paesi importatori provoca un alto grado di competi­zione anche sui mercati dei Paesi in via di sviluppo, implican­do una forte contrazione delle vendite internazionali; i costi di produzione incominciano ad aumentare nuovamente a fronte del mancato raggiungimento di economie di scala e sul mercato compaiono sempre più versioni del prodotto, più o meno sofisticate per rispondere alle esigenze delle diverse ti­pologie di consumatori. L’impresa innovatrice dovrebbe pro­seguire nel tentativo di differenziare il proprio prodotto in ba­se agli standard qualitativi o tentare la strada della presenza diretta sui vari mercati, avviando nuovi impianti nelle diverse nazioni per ridurre i costi di trasporto e sfruttare i minori co­sti di produzione di altri Paesi.
• Inversione del processo: nell’ultima fase, il Paese innovatore diventa addirittura importatore del proprio prodotto dai Paesi followers, poiché lo svantaggio competitivo si è allargato notevolmente, a fronte di una vistosa riduzione della necessità di capitale e tecnologia e del bisogno crescente di manodopera. Invece di entrare nel circolo vizioso della corsa al ribasso del prezzo, l’innovatore dovrebbe tentare di adottare prezzi da “scrematura”, continuando nel processo di qualificazione del proprio prodotto e fidelizzazione della clientela, iniziato nelle fasi precedenti.

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