Unione volontaria
Unione volontaria forma di integrazione verticale tra —> ingrosso e —> dettaglio nata su impulso di un’impresa grossista per contrastare l’espansione della —> grande distribuzione e assicurare un buon grado di competitività sul mercato agli operatori più piccoli; i partecipanti all’unione, pur conservando la propria autonomia giuridica, si accordano su un piano operativo comune, finalizzato a:
• concentrare le funzioni di acquisto per ottenere condizioni più vantaggiose dovute alle maggiori dimensioni degli ordini presso il produttore;
• ampliare il giro d’affari, ricorrendo a una politica comune di vendita;
• migliorare i servizi di supporto per i dettaglianti;
• adeguarsi con più rapidità alle esigenze del cliente finale.
La struttura tipica di un’unione è caratterizzata dalla presenza di:
• un’unità distributiva, gestita dalle imprese grossiste fondatrici, che assolve alle funzioni di coordinamento degli acquisti, consulenza ai partecipanti, elaborazione di una strategia comune di marketing, spesso con la conseguente nascita di marchi comuni;
• centri distributivi, che si occupano delle operazioni di riassortimento dei punti vendita localizzati in un determinato perimetro territoriale; questi, col tempo, hanno ampliato le proprie funzioni, offrendo servizi di assistenza tecnica al dettaglio, come l’automatizzazione degli ordini o il sostegno nelle fasi di progettazione dei negozi e dei loro —> lay-out;
• punti vendita al dettaglio, inizialmente rappresentati da dettaglianti aderenti all’unione sulla base di accordi informali, che si sono in seguito diversificati sia per tipologia di canale, sia per caratteristiche del rapporto associativo sottostante. In particolare:
– la ricerca del mantenimento della clientela e la copertura di nuove fette di mercato ha spinto l’unione a utilizzare forme distributive differenti dal dettaglio tradizionale: il —> cash & carry nell’ingrosso, i —> discount e le —> superette, a fianco dei più tradizionali supermercati, nel dettaglio;
– l’accordo iniziale, volontario e informale, si è trasformato successivamente in consorzio, nel quale l’adesione è soggetta alla presenza di requisiti minimi (localizzazione, solidità economica ecc.), e poi in forme contrattuali evolute, finalizzate a garantire un maggior grado di fedeltà al sistema da parte degli associati. Infine, all’iniziale categoria dei dettaglianti indipendenti si sono affiancate altre tipologie di operatori, legati ai centri di distribuzione da rapporti contrattuali, come il —> franchising, capaci di assicurare una vera integrazione tra i componenti dell’unione.